ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
Convegno di Capri:
Impresa, ambiente, sviluppo
 
HOME DEL DOSSIER
Approfondimenti
Archivio Online

Energia nucleare: l'atomo italiano slitta di sei mesi

di Federico Rendina

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
1 Ottobre 2008

Si allunga e si complica il ritorno italiano al nucleare. Con gli emendamenti presentati (con fatica) al Ddl "sviluppo" in discussione alla Camera il Governo si prende sei mesi in più, da dicembre di quest'anno al 30 giugno 2009, per indicare i criteri di allocazione e di costruzione delle nuove centrali e del sito nazionale per lo smaltimento delle scorie.
«Vogliamo realizzare un percorso realmente partecipato dalle Regioni», rimarcano i collaboratori del ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, che ieri l'altro ha annunciato la costituzione di una "cabina di regia" Governo-amministrazioni locali sulle infrastrutture energetiche.
Intanto manca ancora un accordo definitivo su un altro tema cruciale: la confezione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Lo schema c'è, nero su bianco, sempre negli emendamenti al Ddl. Ma l'impostazione «non è largamente condivisa» né dall'opposizione né dalla stessa maggioranza, ammette Enzo Raisi, il relatore del Ddl in Commissione Attività produttive, che inizierà l'esame formale degli emendamenti oggi pomeriggio.
Non convince, in particolare, l'idea di assegnare l'agenzia al ministero dell'Ambiente. Forse dovrebbe «fare capo alla presidenza del Consiglio ed essere più snella» afferma Raisi. Che prevede un altro serrato confronto su tutta la partita energetica agganciata al ddl sviluppo, destinato quindi a cambiare forma per l'ennesima volta, in commissione o successivamente in aula. E così potrebbero rispuntare anche molti dei controversi provvedimenti che il Governo negli ultimi giorni ha preferito accantonare. Tra questi il profondo riassetto dell'Authority per l'energia con il quale l'Esecutivo intendeva giustificare la rimozione degli attuali vertici: il presidente Sandro Ortis e Tullio Fanelli, l'unico commissario in carica perché le nomine degli altri tre rimangono bloccate dal mancato accordo tra maggioranza e opposizione sui candidati.
L'emendamento abbozzato e poi messo da parte proponeva un vero ribaltone, prima con l'assegnazione all'Authority delle competenze sull'acqua (sottraendole al Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che si è duramente opposta) e poi, in sostituzione, di quelle sui prodotti petroliferi. Quanto ai meccanismi di nomina si sarebbe passati dalla maggioranza parlamentare qualificata a quella semplice, e per giunta non vincolante per le designazioni che il Governo avrebbe potuto fare in sostanziale autonomia, facendo venir meno il principale requisito per l'indipendenza dell'Authority.
Tra i provvedimenti sull'energia forse definitivi c'è quello che avvia la costituzione della Borsa del gas, che verrà assegnata all'attuale gestore del mercato elettrico, il Gme. Rimane comunque qualche dubbio, anche negli estensori dell'emendamento, sui reali benefici della Borsa del metano sui prezzi finali, in uno scenario caratterizzato dall'assoluta dominanza dell'Eni nella produzione, nelle reti e nella vendita.

RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-